Introduzione al dossier n. 1/2 (2025)
Con questo dossier Orientamenti Pastorali inizia una serie di tre numeri dedicati ai tre grandi temi del Cammino sinodale delle Chiese in Italia come vengono delineati dai Lineamenti e dallo Strumento di lavoro della fase profetica di questo cammino, che si concluderà nella primavera del 2025. Il primo di questi macro-temi è quello del “rinnovamento missionario della mentalità ecclesiale e delle prassi pastorali” a partire dalla scelta di un modello di evangelizzazione improntato alla vicinanza e al dialogo con ogni persona. “La comunità ecclesiale deve poter essere uno spazio nel quale ognuno può sentirsi riconosciuto, compreso, accolto, accompagnato, incoraggiato; con una particolare attenzione a coloro che non si sentono adeguati, all’altezza o ben voluti oppure per diversi motivi vivono un’esistenza triste e in solitudine. Una Chiesa che sa allargare i confini della tenda è una comunità che secondo l’espressione degli Atti degli Apostoli (cf. At 2,48) cresce accogliendo quanti il Signore aggiunge.” (Lineamenti n. 11).
Il presente dossier intende sviluppare questa prossimità della Chiesa a ogni persona nell’ottica della Scheda 5 dello Strumento di lavoro (“Centralità e riconoscimento di ogni persona e accompagnamento pastorale”), si chiede cioè perché e come incarnare la chiamata a riconoscere e accompagnare tutti i membri della comunità, soprattutto quelli che se ne sentono ai margini, al fine non di considerarli semplicemente come “oggetto” di attenzione e cura pastorale, ma per accompagnare loro nell’essere “soggetti” attivi della missione della Chiesa e al contempo accompagnare le comunità a riconoscerli come ricchezza e risorsa per la vita ecclesiale. Il cambiamento della società che la Chiesa desidera abitare ha fatto emergere nuove forme di povertà e marginalità verso cui la comunità è chiamata a rendersi prossima: per una comunità ecclesiale che vuole essere sinodale questo non significa incasellare le persone in categorie (poveri, migranti, persone con disabilità, persone con orientamento omoaffettivo, coppie in situazioni di convivenza o nuova unione, etc.), ma richiede di imparare a riconoscere ogni persona nella sua situazione unica e particolare, per scoprirla come dono per la Chiesa e crescere nella capacità di accompagnarla nel discernimento e nella maturazione della sua vita cristiana.
Il magistero di papa Francesco, per esempio in Amoris Laetitia (cap. 8), invita a un rinnovamento dell’azione pastorale finalizzato ad accompagnare, discernere e integrare tutte le persone, soprattutto quelle in situazioni di marginalità. Si tratta di passare da un approccio che vede le persone in situazioni di fragilità solo come destinatarie della cura pastorale (“pastorale per”), a uno in grado di riconoscerle come doni e risorse per la comunità (“pastorale con”).
Riconoscere, includere e integrare le persone ai margini non è solo una scelta intra-ecclesiale, ma diventa una testimonianza della comunità ecclesiale che ha un valore politico, in una società spesso lacerata da una cultura dell’esclusione e dello scarto, oltre ad accrescere la credibilità del suo annuncio evangelico agli occhi del mondo.
Una Chiesa che vuole crescere nella capacità di essere sinodale con ogni persona è una comunità che impara ad accompagnare le varie forme del disagio sociale in cui tanti uomini e donne vivono oggi. Accompagnare e valorizzare le persone che non riescono a essere parte attiva della società in cui vivono non fa solo crescere quelle accompagnate, ma anche la comunità ecclesiale che le accompagna.
Per crescere come comunità in grado di essere vicini a tutti, e soprattutto alle persone ai margini e in situazioni di povertà, è necessaria una conversione pastorale delle comunità ecclesiali e delle parrocchie, anche e soprattutto nella vita pastorale ordinaria. Quali le povertà da cui farsi interpellare oggi? Quali nuovi approcci e percorsi formativi? Quale animazione delle comunità per questi obiettivi di prossimità?
La prossimità e l’accompagnamento delle persone con disabilità nelle comunità ecclesiali ha fatto molti passi avanti negli ultimi anni. Perché è così importante questa conversione pastorale? Quali i guadagni per una comunità che scopre la ricchezza e l’apporto di tutti i suoi membri? Quali gli apprendimenti più importanti? Quali le sfide che ci stanno di fronte e i passi ancora da compiere?
La pastorale con i credenti LGBT e le loro famiglie ha cominciato lentamente a uscire da un cono d’ombra della vita ecclesiale, anche grazie alle azioni e al magistero di Papa Francesco, ma presenta tutt’oggi diverse sfide. Perché è importante per le comunità riconoscere e accompagnare queste persone? Quali esperienze ci sono? Quali possibili strade per una diocesi o una parrocchia per attivare questa prossimità?
Dopo il Sinodo sulla famiglia e l’esortazione Amoris Laetitia sono partite diverse esperienze pastorali per sostenere il discernimento, l’accompagnamento e l’integrazione nella vita ecclesiale di persone separate, divorziate e risposate. Perché l’attenzione ecclesiale verso queste persone è importante? Quali primi bilanci di queste esperienze di accompagnamento dove si sono attivate? Quali apprendimenti per le comunità? Quali lentezze? Quali bisogni (formativi, ministeriali, pastorali, etc.) rimangono ancora da intercettare? Quali i passi possibili per crescere?
In questo dossier contributi di Erio Castellucci, Maurizio Trevisan, Maurizio Chiodi, Giuseppe Savagnone, Giuliano Stenico, Marco Pagniello, Annalisa Caputo, Gian Luca Carrega, Francesco Zaccaria