Un pastore dovrebbe porsi il problema di far nascere delle relazioni di conoscenza e di collaborazione tra i suoi fedeli, a cominciare dai più assidui e vicini, […] creando occasioni di opere comuni da svolgere insieme, in cui possano entrare in gioco logiche cooperative

G. Savagnone[1]

 

Il V Convegno ecclesiale nazionale «In Gesù Cristo il nuovo umanesimo»,[2] con il suo stile preparatorio e attuativo – lasciato in eredità alle diocesi e alle parrocchie – ha rilanciato le parole «sinodo» e «sinodalità».

Questa scheda,[3] con i suoi focus, è pensata per aiutare gli operatori pastorali, in particolare quelli parrocchiali, a comprendere cosa si intenda per «parrocchia sinodale». Lo fa in modo immediato, evidenziando il significato delle parole e lo stile pastorale in cui le cinque vie del nuovo umanesimo – uscire, annunciare, abitare, educare, trasfigurare – prendono forma.

Scheda e dossier, insieme, permettono così di avviare un laboratorio dove gli operatori pastorali, radunati intorno alla Parola, possano riflettere, ma anche scorgere nel presente quei segni di «unità nella diversità» – domande ed esperienze di comunione – da cui muovere nuovi passi. Nel laboratorio pastorale potrà anche essere utile avvalersi del film «Chocolat».[4]

 

Primo focus. Glossario della parrocchia sinodale

Seppur brevemente, diamo anzitutto un senso a quelle parole e frasi che ricorrono quando si parla di parrocchia sinodale. Si tratta di concetti fondamentali da maturare sempre più, punti di non ritorno per una parrocchia autenticamente missionaria.

  • Parrocchia

Il termine «parrocchia» – dal greco paroikia – significa «vicino alle case». Esplorando il termine in senso più teologico e pastorale, notiamo che la parrocchia è comunità di fede che vive «presso le case della gente» come pellegrina: i cristiani, infatti, vivono nel mondo, lo abitano, ma hanno un’altra meta, un oltre da testimoniare, ossia il regno di Dio, che viene.[5] Questa precisa identità è dimensione interiorie che si traduce in missione: uscire, annunciare, abitare, educare, trasfigurare. La parrocchia è una comunità di fratelli, che condivide lo stesso territorio, e nello «stare vicini» vive l’esperienza della comunione, dei cristiani tra loro ma anche con tutti gli altri.[6] Vi è piena comunione con il vescovo: la parrocchia, infatti, si qualifica non per se stessa ma in riferimento alla Chiesa locale – la diocesi – di cui costituisce un’articolazione.

  • Sinodo, sinodalità [7]

La parola «sinodo» deriva dalle due parole greche syn e odòs, che tradotte insieme significano «cammino comune». «La “sinodalità” dice piuttosto il fatto che la comunione che definisce l’essere stesso della Chiesa si rappresenta in un cammino comune, in uno stile di ricerca, in strumenti di discernimento e di governo, in una sinodalità diffusa che trova nei consigli il suo momento espressivo».[8]

  • Segni dei tempi, lettura dei segni dei tempi

Paolo VI definì i segni dei tempi «indizi d’un qualche rapporto con il regno di Dio, con la sua azione segreta, ovvero con la possibilità, con la disponibilità, con l’esigenza di un’azione apostolica, (da) individuare “nei tempi”, cioè nel corso degli avvenimenti, nella storia».[9] Parlando del mondo come libro, Paolo VI a proposito della lettura dei segni dei tempi disse: «Come insegna il concilio (Gaudium et spes, n. 4), l’interpretazione dei “tempi”, cioè della realtà empirica e storica, che ci circonda e ci impressiona, deve essere fatta “alla luce del vangelo”. La scoperta dei “segni dei tempi” è un fatto di coscienza cristiana; risulta da un confronto della fede con la vita; non per sovrapporre artificiosamente e superficialmente un pensiero devoto ai casi della nostra esperienza, ma piuttosto per vedere dove questi casi postulano, per il loro intrinseco dinamismo, per la loro stessa oscurità, e talvolta per la loro stessa immoralità, un raggio di fede, una parola evangelica, che li classifichi, che li redima».[10]

  • Discernimento comunitario

Il discernimento comunitario è «espressione dinamica della comunione ecclesiale e metodo di formazione spirituale, di lettura della storia e di progettazione pastorale […]. Perché sia autentico, deve comprendere i seguenti elementi: docilità allo Spirito e umile ricerca della volontà di Dio; ascolto fedele della Parola; interpretazione dei segni dei tempi alla luce del vangelo; valorizzazione dei carismi nel dialogo fraterno; creatività spirituale, missionaria, culturale e sociale; obbedienza ai pastori, cui spetta disciplinare la ricerca e dare l’approvazione definitiva. Così inteso, il discernimento comunitario diventa una scuola di vita cristiana, una via per sviluppare l’amore reciproco, la corresponsabilità, l’inserimento nel mondo a cominciare dal proprio territorio. Edifica la Chiesa come comunità di fratelli e di sorelle, di pari dignità, ma con doni e compiti diversi, plasmandone una figura, che senza deviare in impropri democraticismi e sociologismi, risulta credibile nell’odierna società democratica».[11]

Secondo focus. Lo «stile», in quattro parole

Una parrocchia sinodale è luogo di accoglienza, di convivialità, di dialogo e di progetto.

Tag cloud della parrocchia sinodale

  • Accoglienza

La parrocchia è chiamata nel suo insieme a praticare l’accoglienza. Perché ciò si attui, la capacità di ascolto, la tolleranza, il senso sacro della persona umana e la discrezione sono atteggiamenti necessari. Solo così il «benvenuto», detto con parole e sorrisi, trova conferma nei fatti; solo così si può parlare di una «casa aperta del Padre […] dove c’è posto per ciascuno con la sua vita faticosa».[12]

  • Convivialità

Essere un solo corpo che prende forma nella celebrazione eucaristica. Ciò non cancella, ma postula ed esalta, la molteplicità dei doni e dei ministeri: è unità nella diversità, in Cristo. La convivialità eucaristica aiuta ciascun membro della comunità parrocchiale a maturare uno stile di vita conviviale, fatto di accoglienza dell’altro, ricerca autentica della verità, umiltà verso il mistero che si è chiamati a servire, condivisione e solidarietà fraterna.

  • Dialogo

Senza dialogo la comunione non esiste e la missione è compromessa. Il dialogo fra i cristiani – quello che si vive dentro la Chiesa – dev’essere teologicamente motivato, spiritualmente vissuto, comunionalmente condotto, missionariamente finalizzato. In modo particolare, di questo stile di dialogo si farà esperienza, sempre più, nel Consiglio pastorale parrocchiale e nel Consiglio per gli affari economici parrocchiale.[13] A questo stile di dialogo ci si educa soprattuto attraverso l’esperienza del discernimento comunitario; un suo sano esercizio sviluppa la dimensione partecipativa.

  • Progetto

La progettazione pastorale non è opera di pochi,[14] ma un fatto comunitario, esperienza di comunione ecclesiale. Ha carattere profetico: scrutare i segni dei tempi è fondamentale. Per la comunità parrocchiale, infatti, si tratta di tracciare i sentieri del cammino verso il Signore che viene. Ciò delinea uno stile di presenza nel territorio, attiva la testimonianza, chiama alla solidarietà, alla collaborazione e alla costruzione della città dell’uomo.

 

Terzo focus. Criteri di progetto

Non si diviene parrocchia sinodale da un giorno all’altro. Per identificare a che punto sia il cammino, e comprendere quali passi compiere, tornano utili quattro principi che papa Francesco enuncia nell’esortazione apostolica Evangelii gaudium ovvero, «Il tempo è superiore allo spazio» (nn. 222-225), «L’unità prevale sul conflitto» (nn. 226-230), «La realtà è più importante dell’idea» (nn. 231-233), «Il tutto è superiore alla parte» (nn. 234-237).

  • Il tempo è superiore allo spazio

Si è chiamati a superare la visione di parrocchia ‒ troppe volte identificata con il solo territorio geografico ‒ come «spazio da controllare o possedere» e a privilegiare il tempo. Nell’attività pastorale, quindi, l’impegno dovrà essere quello di iniziare percorsi e consegnare al futuro uno stile: la passione di essere sempre più chiesa-comunione in missione.

  • L’unità prevale sul conflitto

Spesso si creano situazioni di conflitto con chi è portatore d’idee diverse. I conflitti possono diventare motivo di approfondimento e di crescita: si tratta di accettare il conflitto, assumerlo, riconoscerlo, affrontarlo, risolverlo e trasformarlo in un anello di collegamento di un nuovo processo.

  • La realtà è più importante dell’idea

«Infinite volte tutta una comunità cristiana si è spezzata, perché viveva un ideale. [ … ] Solo la comunità che è profondamente delusa per tutte le manifestazioni spiacevoli connesse con la vita comunitaria, incomincia ad essere ciò che deve essere di fronte a Dio. [ … ] Chi ama il suo ideale di comunità cristiana più della comunità stessa, distruggerà ogni comunione cristiana, per quanto sincere, serie, devote siano le sue intenzioni personali».[15] Perché il sogno di una parrocchia ideale non prevalga sulla realtà – fatta di popolo, con la sua pluralità di esperienze – l’incarnazione è il criterio fondamentale.

  • Il tutto è superiore alla parte

Occorre guardare oltre il proprio orticello, uscire dall’autoreferenzialità, dall’incapacità di aprirsi, dimenticando che la parrocchia non offre tutto, ma l’essenziale, ciò che è indispensabile: i confini tra parrocchie e tra paesi non sono barriere ma ponti. Occorre pensarsi dentro la realtà della diocesi – la Chiesa locale –, accoglierne le scelte pastorali e tradurle nel contesto concreto. Dall’attenzione al tutto – che è segno di apertura – consegue il mettere in discussione prassi e tradizioni e il rinnovamento.

Fortunato Ammendolia, informatico e animatore della comunicazione e della cultura del COP, studioso di «opinion mining» in ambito religioso

[1] G. Savagnone, «Educare alla sinodalità: il prete nella sua comunità cristiana» in Orientamenti Pastorali 12(2015), EDB, 28-36.

[2] Firenze, 9-13 novembre 2015, www.firenze2015.it.

[3] Per meglio approfondire questa scheda, si veda A. Mastanuono, «Verso una parrocchia sinodale» in Orientamenti Pastorali 12(2015), 37-47.

[4] Ispirato all’omonimo romanzo di Joanne Harris, e con la regia di Lasse Hallströ, è un film del 2001. Ambientato nel 1959, narra di un tranquillo villaggio francese, Lasquenet, la cui monotona vita viene turbata dall’arrivo di Vianne Rochet. La giovane donna, madre nubile, dà vita a una piccola cioccolateria, nella quale alcuni abitanti di Lasquenet cominciano a trovare un insperato momento di conforto. Ciò attira l’attenzione non proprio favorevole del sindaco, che tiene la vita del paese sotto il freno di regole rigide e immutabili, scandite dalla vita della chiesa secondo un rituale cui si adegua anche il giovane parroco, costretto a sottoporre al sindaco i discorsi da tenere alle messe per le opportune revisioni. Raynaud cercherà di far leva sulla popolazione benpensante nel tentativo di boicottare la cioccolateria, sempre più vittima di pregiudizi. Il dualismo tra i favorevoli e i contrari alla cioccolateria si risolverà a Pasqua, con cambiamenti in positivo nella vita di Vianne e della stessa comunità, liberando anche il parroco dal giogo della spietato sindaco.

[5] Cf. Eb 13, 14.

[6] Cf. P. Conti, N. Valentini, Casa e scuola di comunione. Il nuovo volto di parrocchia, 26-30.

[7] Circa la sinodalità – stile assembleare, il bene del consiglio, la ricerca del consenso, pratica decisionale – una interessante trattazione è quella di G. Tangorra, «Le caratteristiche della sinodalità», in Orientamenti Pastorali 12/2015, EDB, 15-27.

[8] A. Mastantuono, «Collaborazione, corresponsabilità, sinodalità», in Orientamenti Pastorali 12/2015, EDB, pag. 8.

[9] Paolo VI, Gli avvenimenti e i fenomeni del nostro tempo, udienza generale, 16 aprile 1969.

[10] Paolo VI, Gli avvenimenti e i fenomeni del nostro tempo, udienza generale, 16 aprile 1969.

[11] cf. CEI, Con il dono della carità dentro la storia. La Chiesa in Italia dopo il convegno di Palermo, n. 21.

[12] Francesco, Evangelii gaudium, n. 47.

[13] Si tratta di organismi di partecipazione previsti dal Codice di diritto canonico, can. 536, 537.

[14] Qui c’è il superamento del modello amministrativo/organizzativo.

[15] D. Bonhoeffer, La vita comune, Queriniana, Brescia, 1973, 46-47.