Pier Giuseppe Accornero – sacerdote, giornalista, scrittore

«L’impegno per la pace, l’attenzione ai poveri e agli ultimi e la cura della casa comune sono da sempre al centro del suo apostolato» (Mario Draghi, presidente del Consiglio). «Il cardinale Zuppi dà voce ai bisogni più profondi di ogni persona, compresa l’esigenza di giustizia a cui guarda sempre in un orizzonte di speranza» (Marta Cartabia, ministra della Giustizia).

Come ampiamente previsto, il cardinale arcivescovo di Bologna Matteo Maria Zuppi è il nuovo presidente della Conferenza episcopale italiana per il quinquennio 2022-2027. L’ha nominato papa Francesco martedì 24 maggio 2022, all’inizio della 75ª assemblea, dalla quale si è accomiatato il cardinale arcivescovo di Perugia Gualtiero Bassetti, che in aprile ha compiuto 80 anni ed è stato presidente 2017-2022. I vescovi hanno votato una terna e il Pontefice ha scelto. «Cercherò di fare del mio meglio, ce la metterò tutta – promette –. Ringrazio il Signore, il papa e voi per la fiducia. Sono rimasto colpito dalle parole di Bassetti, comunione e missione. Le sento nel cuore per questo mandato. Restiamo uniti nella sinodalità, nella comunione, nella preghiera».

66 anni, nasce a Roma l’11 ottobre 1955, quinto di sei figli del giornalista Enrico e di Carla Fumagalli, nipote del cardinale Carlo Confalonieri: «Zio di mia madre, di Seveso, già segretario di Pio XI; ricordo il suo rigore ambrosiano, l’idea del servizio alla Chiesa, oneri e non onori». In quinta ginnasio al liceo classico «Virgilio» di Roma nel 1973 conosce Andrea Riccardi, di cinque anni più vecchio, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, e poi Francesco De Gregori, il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni, David Sassoli, del quale celebrò i funerali: «Il compagno di scuola che tutti avremmo desiderato». Narra: «Vicino a casa c’era la fermata di un tram: potevo scegliere se frequentare i salotti del centro o aiutare i bambini del doposcuola in periferia. Riccardi mi convinse a prendere la direzione della periferia». In quella che Paolo VI definì «capitale degli invisibili», la baraccopoli, si occupa di immigrati e bambini emarginati, anziani soli e non autosufficienti, senza fissa dimora e malati terminali, nomadi e disabili, tossicodipendenti, carcerati e vittime dei conflitti.

Brucia le tappe: a 22 anni si laurea in Lettere all’Università La Sapienza di Roma con una tesi sulla storia del cristianesimo focalizzata sul cardinale arcivescovo di Milano Ildefonso Alfredo Schuster: «Padre David Maria Turoldo mi aiutò a capirlo». Avverte la vocazione; entra nel seminario di Palestrina, consegue il baccellierato in teologia all’Università Lateranense. Prete dal 9 maggio 1981, il 15 novembre 1988 il cardinale vicario Ugo Poletti lo incardina in diocesi di Roma. Per 19 anni è viceparroco di Santa Maria in Trastevere e poi parroco, la parrocchia di «Sant’Egidio», frequentata come volontario anche dal gesuita torinese Carlo Maria Martini docente al Biblicum e alla Gregoriana. Nel 2010 il balzo nella «suburra»: è parroco dei Santi Simone e Giuda Taddeo a Torre Angela, tra le più popolose e povere della città. Nel 1990 don Zuppi, Andrea Riccardi, Jaime Pedro Gonçalves e Mario Raffaelli mediano nelle trattative tra governo del Mozambico – i socialisti del Fronte di liberazione del Mozambico – e l’opposizione, la Resistência Nacional Moçambicana, stremati da oltre 15 anni di guerra civile. Il 4 ottobre 1992, dopo 27 mesi di trattative, si firmano gli accordi di pace di Roma che sanciscono la fine delle ostilità. Assistente ecclesiastico generale stimola la «Comunità di Sant’Egidio» a continuare nella «diplomazia parallela» e nello «spirito di Assisi», incontro annuale dopo lo storico incontro di preghiera per la pace tra le grandi religioni e le confessioni cristiane promosso e presieduto da Giovanni Paolo II il 26 ottobre 1986 ad Assisi. Membro del Consiglio presbiterale, il 31 gennaio 2012 Benedetto XVI nomina Zuppi vescovo ausiliare di Roma; il 27 ottobre 2015 Francesco lo fa arcivescovo metropolita di Bologna e il 5 ottobre 2019 cardinale con il titolo di Sant’Egidio in Trastevere. È membro del Dicastro per lo sviluppo integrale; dell’Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica; del XV Consiglio ordinario del Sinodo dei vescovi per i giovani.

A Bologna apre una stagione di dialogo e solidarietà

Nel 2016 sale sul palco del 1° maggio a parlare alla festa dei lavoratori; vara il progetto «Insieme per il lavoro» che mette in rete il comune di Bologna, la diocesi, la città metropolitana, le associazioni di categoria per contrastare la disoccupazione. «Non ci preoccupiamo di camminare con le scarpe rotte. L’importante è che nessuno vada in giro scalzo». Affronta la pandemia occupandosi dei più deboli istituendo il «Fondo San Petronio», sussidio per chi è senza lavoro: sostiene le piccole aziende perché non licenzino; si impegna nell’accoglienza dei profughi ucraini e nella promozione della pace.  Dal 13 novembre 2016 all’8 ottobre 2017 celebra il Congresso eucaristico diocesano e il 1º ottobre 2017 accoglie a Bologna papa Francesco che lo conclude. Gode la stima di esponenti della massoneria. Gioele Magaldi, gran maestro del Grande Oriente democratico, in un’intervista all’«AdnKronos» dell’ottobre 2020 lo annovera «tra i cardinali che stimo di più: mi ha sposato». Gira spesso in bici, come il collega Mario Delpini a Milano e vive nella Casa del clero. Ha una bibliografia stringata: «La confessione, il perdono per cambiare» (2010); «Guarire le malattie del cuore: itinerario quaresimale» (2012); «Odierai il tuo prossimo come te stesso. Perché abbiamo dimenticato la fraternità» (2019); Andrea Santoro e Matteo Maria Zuppi, «Lettere dalla Turchia, dimensioni dello Spirito» (2016); «Fratelli tutti. Davvero»: un ragazzo, due giovani, un formatore, due suore, un medico, due sposi, un missionario, una giornalista e un sacerdote dialogano con Zuppi.

Nella messa per il 40° della strage fascista alla stazione di Bologna (1980-2020) chiede: «Chi sa qualcosa, trovi i modi per comunicare ciò che può aiutare la verità: anche se scappiamo dal giudizio degli uomini non scappiamo dalla nostra coscienza e soprattutto dal giudizio di Dio. Dalla memoria di due tra le ferite più profonde della storia recente – Bologna e Ustica – vorrei sorgesse un impegno rinnovato, personale e comunitario, per l’Italia e per l’Europa». Nello stemma episcopale ci sono il libro dei Vangeli aperto a Giovanni 4,34 «Levate oculos vestros ad messem»; il fiume, simbolo universale, evoca il Tevere; la croce costantiniana con l’Alfa e l’Omega, Cristo crocifisso e risorto, sovrasta la basilica Santa Maria in Trastevere; il motto «Gaudium Domini fortitudo vestra. La gioia del Signore è la vostra forza». Il 15 marzo scorso Zuppi fu a Torino alla Piccola Casa della Divina Provvidenza a parlare di «Dialoghi della fraternità» sull’enciclica «Fratelli tutti».

«La Chiesa parla a tutti e vuole raggiungere il cuore di tutti»

Il nuovo presidente CEI spiega la sua strategia: «C’è stata un’accelerazione improvvisa molto rapida. La pandemia ha rivelato le nostre fragilità e le nostre debolezze. A essa si è aggiunta la guerra, che con tanta insistenza Francesco aveva indicato e ricordato nella “Fratelli tutti” e che sta coinvolgendo tutto il mondo». Qui si colloca il cammino della Chiesa italiana verso il Sinodo generale e sulla sinodalità e che continuerà, per la Chiesa italiana coinvolgendo tutte le sue componenti. Ringrazia i predecessori: cardinale arcivescovo di Bologna Antonio Poma, presidente CEI  che condusse in porto il primo grande convegno della Chiesa italiana nel 1976 «Evangelizzazione e promozione umana»; non nomina il cardinale arcivescovo di Torino Anastasio Alberto Ballestrero autore dell’indimenticabile convegno «Riconciliazione cristiana e comunità degli uomini» (Loreto, 1985); il novarese cardinale vicario di Roma Ugo Poletti «il vescovo che, con grande coraggio, diede alla Comunità la chiesa di Sant’Egidio, dando fiducia a un gruppo di ragazzi» e che con coraggio celebrò nel febbraio 1974 il «convegno sui mali di Roma». Poi i cardinali Camillo Ruini, Angelo Bagnasco e Gualtiero Bassetti. Ai giornalisti chiede: «Siate clementi e misericordiosi con me in futuro». Probabilmente indicherà il nome del futuro segretario generale perché mons. Carmine Russo va vescovo a Velletri-Segni.

Cardinali presidenti CEI: Alfredo Ildefonso Schuster, arcivescovo di Milano (1952-53); Adeodato Giovanni Piazza, patriarca emerito di Venezia (1953-54); Maurilio Fossati, arcivescovo di Torino (1954-58); Giuseppe Siri, arcivescovo di Genova (1959-64); Luigi Traglia, vicario di Roma (1964-65).

Presidenza collegiale: Giovanni Colombo arcivescovo di Milano, Ermenegildo Florit arcivescovo di Firenze, Giovanni Urbani patriarca di Venezia (1965-66).

Presidenza unica: Giovanni Urbani, patriarca di Venezia (1966-69); Antonio Poma, arcivescovo di Bologna (1969-79); Anastasio Alberto Ballestrero (1979-85), arcivescovo di Torino; Ugo Poletti, vicario di Roma (1985-91); Camillo Ruini (1991-07), vicario di Roma; Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova (2007-17); Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia (2017-22); Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna (2022-…).