Giancarlo Tettamanti – giornalista pubblicista, socio fondatore AGESC

La scuola di Pioltello (in Lombardia) celebra la fine del Ramadam sospendendo le lezioni, attivando una discriminazione degli studenti italiani a favore dei musulmani, e ciò contro le stesse norme che regolano il funzionamento della scuola. Il ministro Valditara chiese di tenere la scuola aperta, poiché «non si fa inclusione chiudendo la scuola il 10 aprile per festeggiare la fine del “Ramadam”, ma con la scuola aperta, dedicare il dialogo fra religioni. Una occasione di vera educazione alla cittadinanza. Si fa più integrazione a questo modo!”, ma la richiesta dalla scuola è stata respinta.

La scuola di Pioltello, con questo frangente, si è fatta esempio e paladina per altre scuole sul territorio nazionale: in nome di una presunta integrazione e di una “falsa” laicità dello Stato, si moltiplicano le discriminazioni degli studenti italiani, con la chiusura delle feste religiose e l’apertura a quelle dell’islam.

Diversi sono gli atti che si moltiplicano a danno della dimensione cattolica: il cristianesimo dà fastidio, e quando si tratta di cristianesimo, niente recite natalizie e guai a fare il nome di Gesù, anche con atti pubblici blasfemi e la censura, nelle scuole e nelle università, del diritto di parola. Però se si tratta dell’Islam, tutti pronti a soddisfare le esigenze di questa fede.

Non va dimenticato che tra Stato e Chiesa cattolica, nel 1984 è stato rivisto il Concordato, modificando l’art. 7 della Costituzione, con il riconoscimento della religione cattolica nelle scuole pubbliche; riconoscendo la libertà della Chiesa di istituire scuole a cui ai frequentanti venisse assicurato un trattamento “equipollente” a quello degli istituti pubblici; l’assicurazione alla Chiesa della libertà di organizzazione di pubblico servizio del culto, dell’esercizio del magistero e del ministero spirituale, nonché della giurisdizione in materia ecclesiastica, con l’accordo garantito ai cattolici e alle loro associazioni e organizzazioni della piena libertà di riunione e di manifestazione del pensiero con la parola, lo scritto e ogni altra mezzo di diffusione. Concordato firmato da Stato e CEI, attualmente in vigore. Modalità di rapporto attivato anche tra Stato e religione ebraica, ma rifiutato più volte dai mussulmani, che così non possono attivare alcuna pretesa.

In base a tutto ciò, qualche domanda sembra utile. Anzitutto la difesa della Chiesa cattolica e della cultura cristiana da parte dello Stato, che di fronte a certe situazioni blasfeme e negazioni della libertà dovrebbe intervenire (ciò che sta succedendo in alcune università)….. Il Concordato è lì ad evidenziare che vigono impegni anche da parte dello Stato ….. e non solo da parte della Chiesa che spesso viene privata dei diritti sanciti.

Tuttavia, questi fatti evidenziano una strana operatività da parte da parte della comunità cristiana. A Milano fa discutere l’intervento dell’Arcivescovo Mario Delpini, che ha dato assenso alla presunta inclusione della scuola di Pioltello, e anche di ambiti parrocchiali e culturali di matrice cattolica sul territorio lombardo e nazionale che si sono allineati sul fronte musulmano. Ci si domanda: non ci accorgiamo che certe iniziative “estemporanee” portano non ad una integrazione (che significa accettazione di regole), ma l’avvio di una futura sottomissione? L’arroganza e la stessa cultura islamica è contraria e non si addice alla nostra cultura: basterebbe leggere attentamente il Corano per rendercene conto.