«Il processo di incontro e confronto con le culture è un’esperienza che la Chiesa ha vissuto fin dagli inizi della predicazione del vangelo» (Fides et ratio, n. 70); l’annuncio del vangelo, infatti, raggiunge gli uomini nella cultura che permea la loro maniera di vivere la fede e, a sua volta, da essa è progressivamente modellati. L’attuale contesto, segnato dalla travagliata vicenda della fine della modernità, dall’emergere di aree culturali rimaste finora al di fuori dell’ambito di irradiazione del cristianesimo e dall’irrilevanza dell’annuncio cristiano, può diventare un nuovo kairós da abitare e da vivere con rinnovata creatività.  «Non farebbe giustizia alla logica dell’incarnazione – scrive papa Franceso nell’Evangelii gaudium (n. 117) – pensare a un cristianesimo monoculturale e monocorde», ma «restando pienamente sé stesso, nella totale fedeltà all’annuncio evangelico…» è chiamato a incarnarsi nella cultura di chi lo riceve. È, infatti, specifico del cristianesimo ridirsi costantemente all’interno dei diversi contesti culturali, i quali vivono il dinamismo della ricerca e del cambiamento. La proposta cristiana non è un dato che si conserva fuori dal tempo, ma prende forma nella correlazione nell’interdipendenza con la cultura e le culture preservando la dimensione profetica che la svincola dall’identificazione con le realtà terrene e si propone come contestazione critica e alterità.

È il cammino della Chiesa nel tempo …

1. Chiesa e cultura: linee del recente magistero (Francesco Botturi)

La consapevolezza di essere sulla soglia di una nuova epoca della storia umana, condusse il Vaticano II ad una riflessione tra Chiesa e cultura; fu l’inizio di un cammino che ha attraversato – pur con sottolineature diverse – la riflessione fino ai nostri giorni. Giovanni Paolo II sottolineò la cultura come qualità trascendentale dell’uomo. Papa Francesco, nella drammaticità del cambiamento d’epoca, attraverso la categoria dell’incontro con la sua valenza antropologica e teologica, traccia nuovi itinerari per la Chiesa in uscita.

2. La crisi culturale della Chiesa (Giuseppe Savagnone)

Il terreno decisivo dove si è consumata la frattura tra vangelo e vita sociale è quello della cultura. Uno sguardo attento sulla realtà ci dice che siamo immersi in un clima che si potrebbe definire post-cristiano, perché, se pure risente in qualche modo dell’originaria prospettiva religiosa, la declina attraverso il filtro dell’illuminismo e del liberalismo. Di qui la necessità di fare spazio alla capacità dei cristiani di impegnarsi in un grande sforzo di creatività culturale, essenziale per il mondo e, allo stesso tempo, per assolvere in esso la loro missione.

3. Paolo ad Atene (At 17,16-34). Riflessioni sulle vicende della Parola, oggi come allora (Romano Penna)

Il primo incontro tra il vangelo e il mondo non ebraico ci è documentato dal cap. 17 degli Atti degli apostoli. La frequentazione dell’agorà e dell’areopago da parte di Paolo può essere considerata come metafora di ogni intelligente rapporto tra l’annuncio evangelico e la cultura. Il discorso di Paolo all’Areòpago propone, infatti, due istanze esemplari molto concrete. La prima riguarda il contatto diretto e anche fisico con «gli altri», cercandoli magari là dove essi sono e vivono, senza temere di incontrare la diversità «altrui» e di starle magari gomito a gomito, nonostante troppe volte si sia tentati dalla chiusura, dall’affermazione soltanto della «propria» diversità. La seconda istanza è un corollario della precedente: «gli altri» si incontrano veramente, non con la pretesa di strapparli alla loro cultura per imporgliene una nuova, magari antitetica, bensì adottando punti di vista della cultura altrui che possono valere come vera e propria praeparatio evangelica. La parola magica in questo senso è «inculturazione», che fa pendant con «incarnazione»

4. Dio ai confini: discernimento culturale e sfide attuali dopo la modernità (Francesco Cosentino)

La riflessione teologica e le sue declinazioni pastorali non possono essere pensate al di fuori del contesto culturale, essendo la cultura non soltanto lo spazio in cui esse operano e offrono il proprio specifico contributo, ma anche un «luogo sorgivo», che genera cioè quelle visioni, quei concetti, quei linguaggi e quelle pratiche utili a dare forma al cristianesimo e all’evangelizzazione. In tal senso, tramontata l’epoca della modernità ed essendoci da tempo affacciati nell’alveo postmoderno, occorre un nuovo lavoro di discernimento della cultura attuale, per cogliere le nuove soglie da attraversare e le nuove sfide da affrontare. Si tratta di una nuova epoca che ci chiede di «uscire» dai confini e di ripensare Dio.

5. Uno più uno fa tre: spunti teologici per una cultura dell’incontro (Massimo Naro)

In un’epoca segnato dallo «spaesamento» dell’uomo nel mondo si avverte la necessità che la fede cristiana e la spiritualità delle nostre comunità non si limiti a trasmettere dei contenuti dottrinali o, tantomeno, a celebrare dei riti; ma sia capace, invece, di conferire una visione, una interpretazione della vita e soprattutto una mappa per vivere in modo nuovo – secondo il nuovo umanesimo inaugurato da Gesù – le nostre relazioni umani e i rapporti all’interno delle nostre società postmoderne. Il vangelo si può incarnare in qualsiasi cultura umana. Come il lievito penetra nella pasta, il vangelo s’incarna nelle culture e le apre alla possibilità dell’incontro con Dio, con gli altri e con la natura. Tutte le culture hanno bisogno di questo incontro risanante per crescere in umanità.

6. Catechesi e cultura. Riflessione urgente (Luciano Meddi)

Ascoltare, discernere e purificare, fare breccia sono i verbi che il Direttorio generale della Catechesi (1997) indica come altrettante azioni pedagogiche perché la catechesi eviti da un lato la manipolazione della cultura e dall’altro non si limiti a una giustapposizione tra vangelo e cultura. Si tratta di dar vita ad una catechesi che non soltanto provoca assimilazione intellettuale del contenuto di fede, ma tocca anche il cuore e trasforma la vita, generando una vita dinamica ed unificata dalla fede, colmando il fossato tra creduto e vissuto, tra il messaggio cristiano e il contesto culturale.