Pier Giuseppe Accornero – sacerdote, giornalista, scrittore

L’ultima consacrazione al Cuore di Maria due anni fa: 24 Paesi si consacrarono per chiedere la fine della pandemia. Pio XII, nella lettera apostolica «Sacro vergente anno» (7 luglio 1952) ricorda il Battesimo della Rus’ di Kievvoluto dal principe Vladimir. Benedetto XV e Pio XI durante la Grande Guerra (1914-1918), la Rivoluzione bolscevica (1917) e le varie carestie aiutano gli affamati e i poveri di Russia. Il 19 marzo 1930, festa di San Giuseppe, Papa Ratti prega in San Pietro «per le difficili condizioni della religione in Russia» con l’ondata atea e rivoluzionaria che ha schiacciato la Russia, l’Urss e l’Europa orientale.

«Tu, stella del mare, non lasciarci naufragare nella tempesta della guerra»

Papa Francesco – nella celebrazione della riconciliazione, confessione e assoluzione in San Pietro nella solennità dell’Annunciazione (25 marzo 2022) – così spiega l’atto di consacrazione: «In unione con i vescovi e i fedeli del mondo, desidero portare al Cuore immacolato di Maria tutto ciò che stiamo vivendo: rinnovare a lei la consacrazione della Chiesa e dell’umanità e consacrare, in modo particolare, il popolo ucraino e il popolo russo, che la venerano come madre. Non si tratta di una formula magica, ma di un atto spirituale, gesto di affidamento dei figli che, nella tribolazione di questa guerra crudele e insensata che minaccia il mondo, ricorrono alla madre – come i bambini quando sono spaventati vanno dalla mamma a cercare protezione – gettando nel suo Cuore paura e dolore, consegnando sé stessi a lei». Commentando la risposta di Maria «Avvenga per me secondo la tua parola» (Luca 1,26-38), Bergoglio spiega: «Quella della Madonna non è un’accettazione passiva o rassegnata, ma il desiderio vivo di aderire a Dio, che ha progetti di pace e non di sventura» e pensa alla Madonna «che si affretta per aiutarci». Francesco aveva invitato i vescovi a riunire i credenti «in un gesto della Chiesa che porta a Dio, attraverso la madre sua e nostra, il grido di dolore di quanti soffrono e implorano la fine della violenza».

Il testo è impastato di teologia e mariologia, di concretezza e poesia. Un testo tipicamente bergogliano: «O Maria, madre di Dio e madre nostra, in quest’ora di tribolazione, ricorriamo a te. Tu sei madre, ci ami e ci conosci: niente ti è nascosto di quanto abbiamo a cuore. Madre di misericordia, tante volte abbiamo sperimentato la tua provvidente tenerezza, la tua presenza che riporta la pace, perché tu ci guidi a Gesù, principe della pace. Abbiamo dimenticato la lezione delle tragedie del secolo scorso, il sacrificio di milioni di caduti nelle guerre mondiali. […] Abbiamo dilaniato con la guerra il giardino della Terra, abbiamo ferito con il peccato il cuore del Padre. Siamo diventati indifferenti a tutti e a tutto. Perdonaci, Signore». Nella miseria del peccato, nelle fatiche e fragilità, nel male e nella guerra, «tu ci ricordi che Dio non ci abbandona ma continua a guardarci con amore, desideroso di perdonarci e rialzarci. […] Ricorriamo a te, bussiamo alla porta del tuo cuore noi, i tuoi cari figli che inviti alla conversione. In quest’ora buia vieni a soccorrerci e consolarci. […] Tu, stella del mare, non lasciarci naufragare nella tempesta della guerra. […] Estingui l’odio, placa la vendetta, insegnaci il perdono. Liberaci dalla guerra, preserva il mondo dalla minaccia nucleare. Mostra ai popoli la via della fraternità. Ottieni al mondo la pace».

«Affidiamo al tuo Cuore, la Chiesa, l’umanità, la Russia, l’Ucraina. Accogli questo nostro atto, fa’ che cessi la guerra, provvedi al mondo la pace. […] Hai camminato sulle nostre strade, guidaci sui sentieri della pace».

Qui si innesta la richiesta a Fatima (1917) di consacrare la Russia: «Quando vedrete una notte illuminata da una luce sconosciuta, sappiate che è il grande segno che Dio vi dà che sta per castigare il mondo per i suoi crimini, per mezzo della guerra, della fame e delle persecuzioni alla Chiesa e ai papi. Per impedirla, verrò a chiedere la consacrazione della Russia al mio Cuore immacolato e la Comunione riparatrice. Se accetteranno le mie richieste, la Russia si convertirà e avranno pace; se no, spargerà i suoi errori per il mondo, promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa. I buoni saranno martirizzati, il Santo Padre avrà molto da soffrire, varie nazioni saranno distrutte. Finalmente il mio Cuore immacolato trionferà. Il Papa mi consacrerà la Russia che si convertirà». Il 2 dicembre 1940 suor Lucia dos Santos scrive a Pio XII che il 31 ottobre 1942 consacra la Chiesa e l’umanità al Cuore immacolato di Maria e il 7 luglio 1952 consacra i popoli della Russia. Paolo VI il 21 novembre 1964 affida l’umanità a Maria «Mater Ecclesiae». Giovanni Paolo II consacra il mondo al Cuore di Maria due volte: a Fatima il 13 maggio 1982 e a Roma il 25 marzo 1984. Nel 1989 il crollo del Muro di Berlino, lo sfascio dell’Urss e il ritorno di molti Paesi alla libertà e alla democrazia.